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Non solo una corsa di tori

Scritto da Domenico Mattiaccia il 4 ottobre 2011
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Ernest Hemingway considerava “Los Sanfermines” l’evento dell’anno. Si era talmente innamorato della festa Navarra che fu tra le persone che contribuirono a pubblicizzare l’evento tramite il suo libro chiamato “Fiesta”.

Los Sanfermines sono un periodo di feste popolari che si svolgono in tutta la regione Navarra, nei Paesi Baschi. Quella di Pamplona è la più famosa nel mondo. Tutti la conoscono perché è anche la più contestata. Ogni anno animalisti e altre associazioni per la salvaguardia degli animali si battono per eliminare il famoso encierro, la corsa dei tori. La maggior parte delle persone, però,  non sa che è una festa che ha tradizioni antichissime e che l’encierro, la corsa, dura massimo 3 minuti. Molti ne parlano come un atto crudele nei confronti dei tori, ma da mia esperienza personale, non posso non appoggiare il grande Hemingway e cercare di descrivere quello che la gente non conosce come la tradizione, il costume e l’atmosfera che si respira durante quel periodo, spesso afoso, di luglio.

La tradizione vuole che il 6 luglio di ogni anno abbia inizio il tutto. Il chupinazo, grosso petardo che fa partire qualsiasi festa spagnola, viene sparato a mezzogiorno in punto dalla piazza centrale di Pamplona. Ad aspettare il petardo una marea umana riversata nelle strette e calde strade della città. Dai balconi delle case, i residenti rinfrescano la folla tirando acqua, se si è fortunati o qualunque altra cosa se lo si è meno. La gente è tutta vestita di bianco con il fazzoletto rosso al collo. Siamo all’inizio dell’evento, ma la tradizione vuole un altro step prima del chupinazo: la colazione basca.

In un altro articolo avevo descritto i baschi come un popolo rude e forte. Quindi se parliamo di festa – basca, la colazione potrà mai essere a latte e biscotti?! Chiaramente no, il tipico “desayuno”  è a base di spezzatino di toro accompagnato da caraffe di sangria o birra. Il tutto alle 9:30 del mattino. E se il buongiorno si vede dal mattino, pensate come può finire la giornata!

Ma torniamo al chupinazo.

Si è fatto colazione, e ci si sposta in piazza. Dalle terrazze la gente inizia ad alzare al cielo il fazzoletto rosso.

Il “panuelo” al cielo vuol dire che si è vicino all’inizio. Le strade sono piene di folla e allo scoccare del mezzogiorno la festa ha inizio. Per le strade è una festa bellissima. Gente che beve, balla e si diverte. Vengono stappate le bottiglie e il contenuto si divide tra gli stomachi e i vestiti dei presenti. Questo l’inizio ma poi la festa continua. Ogni giorno vengono organizzati eventi e sfilate diverse in modo che non sia mai uguale al precedente o al successivo.

E in tutto ciò i tori?! I giornali, purtroppo, vendono la festa come una tortura agli animali, senza mai far risaltare tutte le altre cose. Ogni mattina, dal 7 luglio fino alla fine, alle 8 escono i tori: inizia la corsa che dura in media tre minuti. I giornali evidenziano i tre minuti giornalieri della corsa, senza mai parlare del resto della festa. Tralasciano l’atmosfera, le sfilate, i fuochi d’artificio e la tradizione che da secoli ne fa una delle feste più popolari al mondo.

Tutto finisce il 14 luglio. Sette giorni di festeggiamenti, di brindisi, di canti; già perchè non si può andare a San Fermin e non cantare questa canzone:

 Uno de enero, dos de febrero
tres de marzo, cuatro de abril
cinco de mayo, seis de junio
siete de julio, ¡SAN FERMÍN!
A Pamplona hemos de ir
con una media, con una media y un calcetin
A Pamplona hemos de ir
con una media y un calcetín.

…magari pensando che alcuni anni prima, anche il grande Hemingway faceva la stessa cosa che state facendo voi.