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Cipro : l’isola galleggia ancora le banche non più

Scritto da Antonio Masullo il 1 aprile 2013
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Proviamo ad immaginare le nostre reazioni se una mattina qualsiasi appena svegli apprendiamo dai mass media che da quel momento il nostro limite massimo di prelievo giornaliero al Bancomat è di 100 euro
( ammontare che di questi tempi potrebbe comunque apparire  più che accettabile per la crescente moltitudine  in difficoltà economiche, disoccupati, precari , etc …..).

Il nostro stupore aumenta perché apprendiamo subito dopo che questa spiacevole situazione è la diretta conseguenza del diktat della Troika (Bce, Fmi e Commissione Europea di Bruxelles) che ha imposto la chiusura delle banche per attuare un non meglio precisato piano di salvataggio finalizzato a scongiurare il default dell’intero paese.

Poi incominciamo a realizzare  con rabbia che all’origine di tutto c’ è l’ospitalità che abbiamo assicurato ai potenti oligarchi russi  e ai  benestanti pensionati inglesi, tutti attratti dal benevolo  clima, dalle nostre bellezze naturali, dall’ottima remunerazione  (5 -6%) dei depositi bancari e dalla non ferrea disciplina antiriciclaggio.

Insomma è come se ci crollasse improvvisamente il mondo addosso :  una  piacevole convivenza con i ricchi ospiti  che ci avevano permesso di scialacquare per anni al di là delle nostre reali possibilità economiche si trasforma  d’incanto in una minaccia incombente di fallimento totale.

Usciamo dalla fantasiosa ipotesi! Ma purtroppo la vicenda sta accadendo realmente nell’ambito della comunità europea; non riguarda noi italiani o almeno  non ci riguarda direttamente : la crisi è esplosa a Cipro  e le sue ricadute potrebbero essere devastanti anche per l’intero sistema dell’Euro!

Cipro è la terza isola per estensione del Mar Mediterraneo ed  è membro della Comunità europea dal  maggio 2004 ( per chi lo ignorasse o non se ne fosse mai accorto, a parte ovviamente i fortunati che hanno avuto modo di trascorrervi le proprie vacanze).

Ha circa un milione di abitanti ( 78% greco-ciprioti e 18% turchi-ciprioti); l’intervento militare turco del 1974  determinò la separazione geografica delle due comunità; l’isola oggi è ancora divisa in due da una fascia verde controllata dall’ONU.

Nel 2007 è arrivato a Cipro anche l’Euro (solo nella parte meridionale greca).  Oggi ci si chiede : ma non è stata una forzatura? L’economia  e il sistema finanziario avevano realmente i requisiti per questo grande passo? Chi fra le decine di ministri e presidenti e le migliaia di esperti, consulenti e professori aveva all’epoca le idee chiare sui rischi dell’operazione che, forse, andava comunque fatta in considerazione di ben precisi interessi strategici e geopolitici.

Cipro infatti ha una notevole importanza strategica; è un balcone affacciato sui teatri geopolitici più caldi del mondo (70 km dalla Turchia, 100 km dal Libano e dalla Siria, poco di più dall’Egitto e Israele).

Questa strategicità è aumentata con l’individuazione di un immenso giacimento di gas ( campo di Afrodite) non lontano dalle sue coste, che ha risvegliato gli appetiti di Europa, Russia,  Cina  e perfino Israele  ( 200 miliardi di mc  di gas valutati  60 miliardi di euro, pari a quasi 4 volte il PIL dell’isola).

Come si è arrivati allo scoppio della crisi? Cosa monitoravano il governo cipriota e i vertici europei, BCE compresa?

Si è consentito che il sistema bancario dell’isola si sviluppasse in modo anomalo: la massa dei depositi ha raggiunto 6 volte il PIL dell’intera economia! Ovviamente per attrarre depositi bisognava offrire  soprattutto allettanti tassi di interesse, ma anche un po’ di lassismo in materia antiriciclaggio….

E’ il solito semplice giochetto gestito questa volta non dai compassati e cinici banchieri della City, ma da quelli altrettanto poco scrupolosi delle banche cipriote i quali, per compensare gli alti tassi sui depositi,  non hanno esitato a fare il pieno di investimenti ad alto rendimento ed elevato rischio, come i titoli di stato della Grecia.

Facile oggi definire Cipro come un’ economia da casinò alimentata dal suo ipertrofico sistema bancario, ma chi doveva controllare e intervenire semplicemente  non lo ha fatto. Ma veniamo all’epilogo della vicenda.

La Troika ha consentito il 28 marzo la riapertura, dopo circa due settimane, delle  banche cipriote elargendo un finanziamento straordinario di 10 miliardi di euro a condizione che Cipro intervenga nel salvataggio con ulteriori  6 miliardi.

L’unica risorsa a disposizione  del governo cipriota per ottemperare  alla richiesta europea  è quella di effettuare un prelievo forzoso sui depositi delle banche; in pratica i depositi sotto i 100mila euro si salveranno mentre per quelli superiori a questo limite  si prospetta una sforbiciata che potrebbe variare dal 30 al 60% ( o di più a seconda della banca). Inoltre sono state introdotte delle ferree  limitazioni ai trasferimenti di capitali verso l’estero che di fatto limitano, per la prima volta dalla costituzione dell’euro, la libera circolazione dei capitali in Europa.

In un primo momento la sforbiciata avrebbe dovuto riguardare tutti i depositanti, ma l’energica reazione della popolazione cipriota e le possibili pesanti ricadute sull’intero sistema bancario europeo a causa della violazione del principio di assicurazione dei depositi in vigore in tutti i 27 paesi della comunità, ha indotto governo e autorità europee a concentrare il prelievo solo sui depositi superiori ai 100mila euro. In pratica le banche non saranno salvate con i soldi dei contribuenti – come è già avvenuto negli altri paesi europei – ma con quelli dei depositanti, obbligazionisti e, ovviamente, gli azionisti delle stesse banche.

Ma torniamo agli oligarchi russi (ampia categoria che secondo fonti ben informate  comprende evasori, riciclatori e criminali dei paesi ex URSS) e ai sudditi dell’ex  impero britannico ( anch’essi ben assortiti, sempre secondo le stesse fonti); ebbene la maggior parte dei depositi superiori alla fatidica soglia di 100mila euro appartengono proprio a questa variegata compagnia.

In effetti il precedente  che si sta concretizzando è molto pericoloso per il futuro dell’Europa, ma se Cipro fosse stata abbandonata a se stessa  lasciandola uscire semplicemente dall’euro,  le conseguenze  per tutti sarebbero state altrettanto gravi.

Infatti già emergono dall’establishment germanico e dei” virtuosI” paesi satelliti opinioni che vedrebbero con piacere l’applicazione del medesimo sistema di salvataggio anche per i componenti del Club Med  (Spagna, Italia, Portogallo…e forse anche la stessa Francia!!) al fine di risolvere  una volta per tutte i problemi derivanti dai loro eccessivi indebitamenti.

Al momento è difficile prevedere le reazioni dei mercati alla soluzione cipriota ed alle possibili variazioni adottabili in futuro per le  altre situazioni di crisi, ma una  cosa è certa: l’Europa non potrà tentennare ulteriormente, come già ha fatto con la Grecia, lasciando montare l’incertezza generale  altrimenti questa volta il sistema salta davvero!