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La legge dell’alternanza

Scritto da Emanuela Medoro il 1 gennaio 2016
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A partire dalla presidenza Kennedy, e anche più indietro, la successione dei presidenti degli USA dimostra che i due partiti principali, il Democratico ed il Repubblicano si sono alternati alla Casa Bianca in modo quasi regolare, come segue: John F. Kennedy D., Lyndon Johnson D, Richard Nixon R, Gerald Ford R, James Carter D, Ronald Reagan R, George Bush R, William J. Clinton D, George Bush R, Barack Obama D. (D= Democratico, R=Repubblicano). Dunque se la consuetudine dell’alternanza si dovesse ripetere, questa volta la Casa Bianca toccherebbe al candidato repubblicano.

Mi pare che finora per ambedue i partiti le campagne elettorali siano delle sofisticate operazioni di marketing che usano tutte le tecnologie informatiche possibili per catturare l’attenzione e la partecipazione di simpatizzanti e potenziali elettori. I migliori cervelli della comunicazione politica sono in competizione per l’accaparramento di mezzi materiali ed umani. Programmi di governo, idee e slogan sono pensati e mirati a gruppi sociali definiti, agli incerti e a quelli che normalmente si astengono del votare. Ambedue i partiti richiedono l’iscrizione, praticamente l’acquisto della tessera e l’impegno a versare mensilmente una somma per avere gli aggiornamenti sulla situazione.

Oltre ai partiti, ci sono varie fonti che diffondono in email fiumi di comunicazioni. La mia casella postale è inondata da quotidiane richieste di danaro, cui non posso dare risposta positiva perché non sono una cittadina americana. Cito fra queste l’associazione Everytown for Gun Safety che sostiene la limitazione del possesso di armi da fuoco per la sicurezza nelle città, ricordando stragi di massa in ambienti affollati come scuole, università e supermercati con testimonianze di genitori e sopravvissuti.

Chi sarà dunque eletto questa volta? I candidati più presenti nell’agone mediatico sono Donald Trump, Hillary Clinton e Bernie Sanders.

D. Trump, repubblicano, miliardario nel settore immobiliare, scaltro e calcolatore, mira alla popolarità più ampia presso la classe media impaurita dagli attacchi Daesh, pronuncia battute ad effetto, provocatorie assai, spesso sessiste e offensive, riportate e discusse come gaffes divertenti dai media di tutto il mondo. Ignoro le offese e gli consiglio caldamente di cambiare parrucchiere. Prima sua mossa alla Casa Bianca sarebbe l’abolizione dell’Obamacare, odiatissima come indebita interferenza dello stato nel libero mercato della salute.

In aiuto dei candidati del Partito Democratico, il Ministro del Tesoro Jack Lew ha dato buone notizie agli americani per fine anno: crescita costante dell’economia dall’inizio della Presidenza Obama, che dopo vari tentativi ha finalmente superato tutte le difficoltà nate alla fine delle presidenza Bush.  Continua creazione di posti di lavoro, oltre 17 milioni, disoccupazione al 5%, nonostante la lentezza dell’economia globale. Crescita dei salari. Inoltre il Clean Power Plan riduce l’inquinamento dell’atmosfera e raddoppia la produzione di energia pulita dal vento e dal sole, creando nuovi posti di lavoro.  L’Obamacare ha dato al 90% degli americani l’assicurazione malattia.

Riuscirà dunque uno dei due candidati più popolari del Partito Democratico, Hillary Clinton o Bernie Sanders, a infrangere la legge dell’alternanza?  Hanno buone possibilità di farcela, purché riescano a non farsi reciprocamente del male negli inevitabili scontri necessari a vincere le primarie di partito nei singoli stati.