www.faronotizie.it - Anno XIX - n. 219 - Luglio

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Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta indirizzata al Presidente del Parco del Pollino:

Da cittadina che abita nel Parco del Pollino sono certamente orgogliosa del riconoscimento che l’Unesco ha concesso alla nostra terra. Il Parco del Pollino appartiene alla rete dei geo parchi mondiali ed è sotto  la tutela dell’Unesco come patrimonio dell’umanità. Questo significherà anche denaro e progetti finanziati  per promuovere, organizzare , rispondere alla domande di accoglienza e, come Lei ha detto in interviste televisive, intensificare la salvaguardia del territorio. Intento e programma lodevoli.  Che belle parole ma  senza senso perché si scontrano con la realtà visibile di un mostro a 35 megawatt: la centrale del Mercure della multinazionale Enel.

Si, sempre quella  che dovrebbe essere riattivata dopo aver ottenuto la deroga della Comunità del Parco con il passaggio da 10 (limite massimo concesso dal Piano del Parco in zona industriale) a 35 megawatt e nonostante sia ora inattiva per le sentenze del Tar e del Consiglio di Stato. Sarebbe questo il modo migliore per tutelare il patrimonio boschivo del Parco, la bellezza dei luoghi , l’aria salubre con la qualità ambientale al  primo posto come lei ha sostenuto? Non le sembra  appena appena contraddittorio il suo  comportamento  come  fautore dell’accordo di compensazione per danni certi ma non ancora quantificati, sottoscritti e voluti dall’insipienza di alcuni Sindaci della zona guidati da Lei?

Anche i soldi dell’Enel oltre quelli dell’Unesco per lo sviluppo di questo territorio? Ecco il grande equivoco! Come ci ricordava Pasolini, lo sviluppo subordinato  al miglioramento delle condizioni umane di vita  è prerequisito del progresso . Quale miglioramento potrà mai esserci in una terra dove respireremo aria inquinata da micro particelle che nessun filtro potrà fermare (in sei mesi di attività  la centrale ha superato i limiti imposti dall’OMS), dove l’agricoltura biologica e di qualità non avrà più spazio, dove un fiume , sempre meno ricco di acqua, subirà un continuo e costante depauperamento, dove la salute degli abitanti è considerata zero? Oggi il mercato e il denaro sono diventati generatori simbolici di tutti i valori  e tentano di mettere a tacere quelli che confliggono  con il suo accumulo. E i quattro o 40 posti di lavoro promessi dall’ Enel ( nuovi assunti?) valgono tanto quanto i posti di lavoro che la vocazione agricola e turistica di questo territorio potrà generare? E non mi venga a dire che questa centrale  è compatibile con un Parco sotto tutela dell’Unesco! Compatibile e compensazioni sono parole a lei care, ma non certo a noi che paghiamo lo scotto del precedente inquinamento Enel e che pagheremo prezzi ben più alti, se la mafia dei boschi entrerà nel nostro territorio per ora immune dalla malavita organizzata.

Con la politica dissennata  di Sindaci e Regioni di cui è stato anche lei fautore si è creato un vero Conflitto ambientale con le popolazioni che non vogliono questa centrale, illudendo i tanti che hanno creduto allo “sviluppo”  propagandato da Enel. Il conflitto ambientale è una negazione della democrazia perché è basato su un ‘ingiustizia sociale. Quando si sottrae alla popolazione il diritto di decidere della propria salute, quando si provoca la perdita del lavoro, quando  si costruisce una situazione in cui il confronto è impossibile, non si opera per il bene del territorio e della sua tutela. Si potrà  passare alla storia perché vincitori momentanei ma  la memoria di  esser stati dalla parte sbagliata, dalla parte di chi vuole  distruggere la bellezza, quella VERITA’ non potrà essere cancellata.

Maria Teresa Armentano

Comitato LASTA Forum Stefano Gioia per la tutela dell’ambiente e la salvaguardia del territorio