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Il 2014, il paese e il circo mediatico

Scritto da Antonio Masullo il 1 gennaio 2014
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Siamo tutti d’accordo il nostro paese ha bisogno di una scossa che lo ridesti dal torpore pessimista e dalla rassegnazione nei quali è lentamente sprofondato durante i cinque anni di recessione economica, sfociata in rabbia sociale, stallo politico e crisi di identità.

Si può razionalmente ipotizzare che un uomo solo, che si chiami Enrico Letta o Matteo Renzi, possa farci uscire da questo stato? Sembra di si a giudicare dalla campagna mediatica  sui quarantenni finalmente al potere, che non possono fallire perché, oltre alle palle d’acciaio, hanno l’occasione della vita, eccetera eccetera…..

Secondo il tam-tam mediatico la classe dirigente che ha preceduto nell’ultimo decennio i nostri eroi era composta da masochisti dediti a godersi i propri insuccessi, tutti incapaci e corrotti  arrivati al potere per effetto di una maledizione divina! Analisi troppo semplicistica degli ultimi dieci anni di lento e inesorabile declino, secondo il classico canovaccio italico  basato sulle  colpe degli altri e mai sull’autocritica personale.

Siamo purtroppo il paese nel quale i populismi, di qualsiasi matrice, riescono sempre ad  affascinare le masse; l’ultimo caso dell’era berlusconiana conferma semplicemente l’alternarsi nella nostra storia di periodi di rinascita civile e morale con fasi  nelle quali la demagogia arriva al potere grazie alla debole propensione  della nostra società  verso i valori civili  e di cittadinanza, preziosa eredità dell’illuminismo e della rivoluzione francese.

In quale altro paese sarebbe stato possibile vedere certi personaggi sugli scranni parlamentari o nei consigli regionali? De Rita del Censis  ce l’ha spiegato : più ci siamo ripiegati egoisticamente su noi stessi, avendo come unico riferimento l’interesse della ristretta cerchia familiare, e più la società civile e la politica sono degradate; involuzione assecondata ( o favorita) da una buona parte dalla televisione commerciale e  della stampa compiacente. Negli ultimi anni poi l’”infotainment”, cioè lo spettacolo travestito da informazione dei talk show, ha gettato ulteriore benzina sul fuoco della rissa politica continua, ormai lontana anni luce dalla normale e rispettosa dialettica della prima repubblica….

Secondo l’opinione prevalente l’attuale governo nato come “larghe intese”, ora di “medie intese”, ma, in realtà, “ delle scarse aspettative” , può al massimo mantenerci a galla ( e per alcuni come il Presidente Napolitano è già tanto), ma certamente non ha le potenzialità per farci uscire dal tunnel della recessione.

I conti sono a posto?….lo spread cala?….Bah, i conti li facciamo quadrare secondo i desiderata della tecnocrazia europea filo-germanica; ma la  realtà è ben ‘altra. Siamo schiacciati da un debito enorme e da una spesa pubblica esorbitante, prodotta dal clientelismo, dall’inefficienza della Pubblica Amministrazione, dalla corruzione  e dall’evasione fiscale.

Per il calo dello spread dobbiamo ringraziare la BCE e Mario Draghi costretto a confrontarsi incessantemente con la lobby germanica dell’austerità; ipotizzare oggi una BCE senza Draghi è  come evocare la fine dell’euro e poi dell’Europa!

Al ridimensionamento dello spread hanno contribuito anche gli acquisti di titoli dello stato da parte delle banche nostrane le quali, così facendo, prestano sempre di meno all’economia .E’ il classico circolo vizioso : le sofferenze aumentano non solo perché siamo in recessione, ma anche perché le banche sono indotte a ridurre i rischi preferendo i titoli di stato, mettendo in difficoltà le imprese che a loro volta aggravano successivamente il problema delle sofferenze!

La spending  review  affidata al Sig. Carlo Cottarelli, fatto venire apposta dal Fondo Monetario Internazionale, la riduzione dei costi della politica ( per i quali abbiamo il primato mondiale), l’inasprimento della lotta all’evasione  ( altro  record mondiale) e la regolarizzazione dei capitali esportati  illegalmente in Svizzera , dovrebbero essere le prossime mosse del governo per il 2014 per racimolare risorse da destinare al rilancio dell’occupazione e dell’economia. L’insuccesso di questa strategia ci porterebbe diritti verso una patrimoniale, misura straordinaria che però potrebbe deprimere ancora di più la situazione economica!

Ma è soprattutto la riforma del sistema elettorale che catalizzerà l’attenzione delle forze politiche e dell’opinione pubblica nei prossimi mesi. Renzi la vuole entro febbraio, così può giocarsi la carta delle elezioni anticipate in occasione di quelle europee a maggio; ha lottato per diventare segretario del PD solo per arrivare al governo, neanche lui crede molto nella nuova carica, infatti non si dimetterà da sindaco di Firenze.

Ma Letta (in buona compagnia di Alfano) non scalpita avendo come obiettivo la permanenza a Palazzo Chigi almeno fino al 2015  e perciò enfatizza  oltre misura l’importanza del semestre  italiano di presidenza di turno della UE ( qualcuno si è accorto che la Lituania ha ricoperto la carica negli ultimi mesi???)

Quante incognite per il nuovo anno, forse troppe per la capacità  di assorbimento, senza pericolosi strappi, del nostro sistema paese .Non è che finiremo per  rimpiangere l’anno appena passato?

E tutto questo senza considerare il mondo che ci circonda, attraversato da fermenti politici, sociali, religiosi, economici alimentati dalle sperequazioni  fra i paesi occidentali e le cosiddette  economie emergenti, dalla sempre più ingombrante presenza del colosso cinese e dalla forza dirompente dei movimenti migratori; tutto sotto la cinica regia della casta finanziaria internazionale!!.

Problematiche  troppo complesse, non alla portata dei singoli governi nazionali e neanche delle logore istituzioni internazionali .Ci vorrebbe un direttorio mondiale  focalizzato sui temi ecologici, della crescita sostenibile e della riduzione delle sperequazioni economiche, ma questa soluzione oggi è soltanto un auspicio delle menti più  responsabili…..

Materia prima in abbondanza, dunque, in prospettiva per i giornali, le televisioni, le radio e la sterminata rete. Giornalisti professionisti, freelance, commentatori, studiosi, professori e gente qualsiasi ( come il sottoscritto) continueranno anche nel 2014 ad inondare gli spazi disponibili con  articoli, commenti, interventi sui blog ,influenzando nel bene e nel male, chi più chi meno, l’opinione pubblica .

Purtroppo aumenta la mole di notizie inventate, perché bisogna fare clamore con titoli che attraggano l’attenzione dei sempre più distratti lettori, ma è anche vero che i giornalisti lavorano sempre più spesso sui retroscena in quanto è difficile interpretare una realtà sempre meno trasparente.

Per la disinformazione, il dileggio e le farneticazioni, la carta stampata, la televisione e la radio  non sono esenti da colpe, ma sul Web spesso si esagera. Ricordare che i quotidiani già il giorno dopo servono ad incartare il pesce mentre  quelli online neanche  a quello, può apparire autolesionistico, ma è un richiamo  che serve a tutti per  gestire l’informazione  con semplicità, obiettività e coerenza.

Auguri di Buon Anno.