www.faronotizie.it - Anno XIX - n. 219 - Luglio

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I “disturbi del cuore” di Francesco M.T. Tarantino sono effettivi e nascono da un dolore autentico che ha dato una sterzata alla sua vita e l’ha portata dentro un tempo senza tempo da cui non ha voglia di uscire.

Anche la versificazione resta fuori dai flussi odierni e si assesta sempre più in quella zona antica che non prescindeva dalla retorica e dalla rima variamente utilizzata.

Ciò che conta nel libro di Francesco sono le ragioni che gli dettano le composizioni, quasi sempre ragioni che vogliono ricordare un accadimento o fare un omaggio a qualcuno, o raccontare vicende della sua vita coinvolgendo anche gli amici.

Possiamo dire che Francesco compie un viaggio all’indietro e ci mette la sua pacata bonomia, il suo carattere dolce, la sua malinconia che non trascura niente di ciò che gli si è mosso o gli si muove intorno.

Spesso i versi si muovono in un ritmo elementare non sempre perfetto e tuttavia il poeta riesce a trasmetterci le sue emozioni, a darci la misura di un dramma che continua a proliferare nella sua anima.

Ovvio che Francesco M.T. Tarantino non vuole fare avanguardia né sperimentazione e non vuole inserirsi dentro l’infuocata schiera dei rinnovatori, ma soltanto cantare come gli detta il cuore e senza preoccuparsi di diatribe letterarie. I  suoi versi nascono dal bisogno di conversare, di informare, di offrire il suo punto di vista agli altri e mi pare che ci riescano bene e che trovino pronti molti amici ad ascoltare.

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