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Il vino venuto dal freddo

Scritto da Alfredo Zavanone il 1 aprile 2012
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Il vino è da sempre sinonimo di calore familiare, amicizia, convivialità ed è il Re della tavola che scalda il cuore e il palato per eccellenza, ma c’è qualcuno che raccoglie le uve a ben – 10 gradi: stiamo parlando di Natale Simonetta, varesotto doc da tempo trapiantato in quel di Cascina Baricchi di Neviglie(Cuneo), che da sempre affronta neve e gelo a temperature polari per raccogliere i gustosi acini che diventeranno vino da tavola:” Faceva freddissimo, soprattutto all’alba, ma era il momento giusto per la raccolta perché il ghiaccio conserva l’uva come se fosse un freezer naturale”.

Il Nostro produce Dolcetto, Barbera, Nebbiolo e Moscato in onore del vicino confine con la provincia di Asti ed anche suo padre ha sempre raccolto l’uva durante i mesi invernali, a differenza dei colleghi coltivatori diretti e seguendo la tradizione della valle del Reno in Germania, dell’Austria e del Canada, zone di temperature molto rigide per buona parte dell’anno. Il ghiaccio ed il freddo pungente tengono concentrati gli zuccheri naturali dell’uva che in cantina svilupperanno la fermentazione fino a primavera inoltrata e l’unico inconveniente è la resa bassa: da 100 kg di acini si ottengono 10 litri di mosto.

La punta di diamante della fattoria didattica Cascina Baricchi è Solenne, un moscato definito “nobile essenza del vino di ghiaccio” e la nuova versione spumante ribattezzata “Regina di Felicità” e dedicata da Natale alla madre. A pochi km, verso l’Astigiano, nasce il fragrante Loazzolo doc, sempre figlio della vendemmia tardiva ad opera di Giancarlo Scaglione al Forteto della Luja.

Natale Simonetta è un enologo autodidatta che ben conosce il suo settore:” Lo spumante da uve moscate ghiacciate nasce con il metodo Charmat lungo tramite l’affinamento che si conclude a settembre. E’ un prodotto vintage, dal profumo intenso e dal dolce naturale per un brindisi diverso”.

Nel mese di febbraio sono state realizzate 6000 bottiglie vendute poi in enoteca a 15 euro l’uno e presenti su numerosi mercati esteri. Simonetta ne produce 25mila all’anno fra le 4 tipologie con un tasso di esportazione pari al 65%, e grazie a persone come lui l’export italiano del settore vino ha raggiunto un fatturato pari a 4 miliardi di euro all’anno. Il segreto sta nei piccoli imprenditori che si affiancano alle grandi case vinicole, rendendo la realtà del Belpaese maggiormente flessibile rispetto a quelle di Francia, California ed Australia in cui prevalgono i grandi gruppi, e Simonetta conferma il trend positivo proveniente dall’estero:” Abbiamo ricevuto numerose richieste dagli Usa e personalmente ho scelto di non utilizzare concimi o fitofarmaci per non appesantire il ciclo vitale delle coltivazioni e seguendo la tradizione della mia famiglia, da sempre legata al settore vinicolo”.

Natale è un bravissimo chitarrista e accompagna la violoncellista Simona Colonna in degustazioni fra vini e brani d’autore.