Luigi Aiello
Consigliere di minoranza
del comune di Mormanno
Proviamo a riassumere brevemente
il noto: non credo e mai crederò
nella storicità della Rievocazione
proposta ogni anno dall’Associazione
Comunalia. Se mi si vuole dimostrare il
contrario che lo si dimostri finalmente!
Nonostante non possa vantare e ostentare
una presunta cultura universitaria (magari
di quelle molto approfondite, per le quali
non bastano i normali 4 o 5 anni di corso,
ma ce ne vogliono almeno 10…), sono
comunque perfettamente in grado di leggere,
esaminare e comprendere documenti e atti
storici. E se proprio la mia modesta preparazione
non lo dovesse consentire, sono perfettamente
in grado di rivolgermi a studiosi degni
di questo nome, che negli anni hanno realmente
conseguito il titolo di Storico, perché
mi offrano una consulenza.
Ed ora tralasciamo il noto
per alcune considerazioni a mio avviso
importanti e doverose su quanto detto
e scritto .
Non trinceriamoci dietro l’entusiasmo
dei partecipanti, sentimento verso cui
ognuno di noi nutre profondo rispetto,
ed entriamo una volta per tutte nel nocciolo
della questione su cui mai mi è
stata data risposta : la
legalità , l’importanza
che, all’interno di una comunità
civile, esista dietro ogni manifestazione
una procedura da rispettare, fatta di
richieste, permessi e atti che ne diano
testimonianza. E’ questo alla fine
il senso di ogni mio intervento da Assessore
prima, da Consigliere di minoranza ora,
da cittadino prima, ora e sempre.
La legalità. Il
principio che tiene le fila di una comunità,
che impedisce a singoli personaggi vanesi
di auto proclamarsi storici, custodi della
cultura di un intero paese e decidere,
così, di imporre tradizioni e usanze.
Il principio che più di ogni altro
può aiutare fenomeni attuali, quali
immigrazione, coesistenza tra diverse
religioni e integrazione, ad intraprendere
percorsi concreti e pacifici.
Di tutto questo il Presidente
dell’Associazione Comunalia non
parla.
Si chiede a lui e all’Amministrazione
Comunale se esistono dei permessi perché
il paese sia bardato con settimane di
anticipo rispetto alla manifestazione,se
è stato assegnato un termine per
la rimozione di tali bardature, e si ottiene
una risposta che va per tutta altra strada.
Che considera “fastidiosi ronzii”
la libera espressione di pareri personali
e la legittima richiesta di atti legali
(fatta per lo più da un consigliere
di minoranza). Che definisce “livore
trasudante” il senso civico che
anima e ha sempre animato i miei interventi
sulla questione, che dichiara apertamente
di poter accettare “volentieri un
contraddittorio con persone competenti
di Ricerca storica” e mi sembra
di capire solo con queste.Se non fosse
che tutto ciò mi preoccupa, mi
verrebbe da chiedere : ma con quali storici
? Quelli veri o con imbonitori che si
spacciano per tali e che con impudenza
dichiarano di aver inventato di sana pianta
cortei, costumi, giaculatorie ?
Rivedo nella risposta ricevuta
la superbia di chi per anni ha considerato
il paese un monopolio di pochi eletti,
un affare da gestire all’interno
di caste stabilite, un possesso esclusivo
che autorizza comportamenti che in qualunque
altro posto susciterebbero sdegno .
Mi preoccupa che nessuno si sia degnato
di rispondere sul piano della liceità
della manifestazione, ma che, al contrario,
ci si sia infastiditi della critica in
sé, che si accetti il contraddittorio
solo con chi si ritiene “all’altezza”,
che, come ho già avuto modo di
dire , la comunità sia percepita
e trattata come “il pubblico ammaestrato
che non fa più paura”, chiamato
ad applaudire la sfilata in costume, ma
non accettato nella sua legittima espressione
di pareri.
Tutto questo è a
mio avviso grave. Per cinque anni ho contributo
ad amministrare Mormanno puntando tutto
sulla trasparenza, pubblicando le delibere
in internet, presentando gli atti, richiesti
e non ,che muovevano le nostre azioni.
Cinque anni di cui non vedo traccia in
erudite quanto vuote citazioni latine
da parte di un novello Apelle, con cui
si ritiene di poter mettere a tacere chi
non la pensa nello stesso modo.
Cinque anni che vedo vanificati nella
pretesa che i propri comportamenti, leciti
o no, non recherebbero fastidio.
Non è sul recare o meno fastidio
che si può basare l’operato
di una manifestazione!
A quante conseguenze potrebbe portarci
un simile ragionamento!
C’è un unico
modo perché si possa essere inattaccabili:
l’agire nel pieno rispetto
delle regole di una comunità civile
e non saranno offese gratuite che dimostrano,
se ce ne fosse bisogno, tutta la fragilità
delle argomentazioni,le ostentazioni non
richieste e vuote di presunta cultura,
gli ingenui trinceramenti dietro l’entusiasmo
e l’impegno dei partecipanti, a
fermare la mia richiesta di trasparenza.
Esistono, in definitiva, le richieste
di Comunalia e le relative indispensabili
autorizzazioni allo svolgimento della
manifestazione e al ripetuto mascheramento
di Mormanno nei giorni a ridosso e successivi
alla Festa dell’Assunta? Esistono
le autorizzazioni della Soprintendenza
per trasformare la Chiesa in “ castello
medioevale” con la facciata principale
ferita da staffe in ferro? Non
sono domande difficili, in fondo. Ma nel
nuovo corso intrapreso da Mormanno sembrano,
ahimé, esserlo ri-diventate.
Nicola Regina
Caro direttore ho letto con il solito
interesse il suo articolo pubblicato
su FARONOTIZIE n°17 di Settembre
2007.
Le confesso,mio malgrado, di rilevare
un accanimento esagerato ed a tratti
tendenzioso verso il pur precario stato
della nostra cittadina.
Mi ricorda molto quell’articolo
apparso quasi un anno fa sulle pagine
del corriere della sera,e condannato
apertamente anche dalle pagine di FARONOTIZIE
, nel quale un fantomatico giornalista
travestito da conducente/turista di
una storica topolino, dipingeva il nostro
paese come il peggiore dei paesi del
vecchio West.
In riferimento alla metafora del gambero
infatti mi viene da rilevare che secondo
i criteri oggettivi della scienza ogni
fenomeno va osservato relativamente,
dunque, cosi come un punto nello spazio
può rappresentarsi come (x,y)
lo stesso al mutare del sistema di riferimento
può diventare (x+a; y+a) se gli
assi sono traslati di una misura “a”.
Ritengo utile a tal proposito individuare
tali giusti riferimenti al fine di inquadrare
la condizione del nostro paese (magari
prendere a riferimento il sistema paese
e non tanto “ i paesi limitrofi”
che trà l’altro non mi
sembrano esempio né da tendere
né da imitare) in modo più
qualificato.
Per il resto concordo sostanzialmente
su quanto lei dice: “Manifesti
d’ogni dimensione che sporcano”;
“Fili elettrici e cavi telefonici”;
“Traffico”; “Insegne”;
“Autobus”….un pò
meno sulle tubature del metano, ma le
ritengo un dettaglio trascurabile.
Giusto sollecitare gli organi competenti,
giusto anche ricordare gli enormi sprechi
della cosa pubblica. Ma serve davvero
a Mormanno mortificarsi e montare tale
condizione come fosse una condizione
isolata ed esclusiva?
Sig. Direttore non ci conosciamo, ma
vorrei domandarle già consapevole
delle sue risposte:
- Da quanto tempo viene solo in vacanza
(o quasi) a Mormanno?
- Vorrebbe tornare a vivere a Mormanno?
- E i suoi Figli?(se ha figli) vorrebbe
che tornassero un giorno a vivere e
lavorare a Mormanno?
Veda!! Chi le scrive, come si dice
a Mormanno ( Fora Piccatu!) potrebbe
essere suo figlio.
Vive a Mormanno ( Tutto l’anno)
se pur spesso mendicante in giro per
l’Italia per motivi di lavoro.
Desidera fortemente che un giorno i
suoi figli possano vivere e risiedere
a Mormanno e ama la propria cittadina.
Forse, caro direttore,a Mormanno servirebbe
solo un pò di amore in più,
un pizzico di ottimismo e tanta buona
volontà per evitare di diventare
oggetto delle critiche di chi purtroppo
ritorna e ammira “ l’opera
incompiuta di un artista sconosciuto”
tanto per fare metafore.
Del resto,caro direttore ,la migliore
medicina per il nostro male siamo noi
stessi, smettere di piagnucolarsi, rimboccarsi
le maniche ,cosi come facciamo quando
ci esprimiamo fuori dalle nostre mura,è
meglio che giudicare.
Per di più ,come il saggio Dr.
Prof. Luigi Paternostro sottolineava
nell’articolo del n° 15 di
Giugno 2007, Cosa Manca a Mormanno?..
Forse solo questo!!!
Cordiali saluti.
Domenico Crea
Presidente Associazione Culturale “Comunalia”
Da alcuni anni alcuni fastidiosi ronzii,
con intenti volutamente denigratori, ad
intervalli irregolari, pervengono all’orecchio
di quest’ Associazione e del sottoscritto
che ne è stato uno dei fondatori,
attualmente Presidente pro-tempore, ai
quali abbiamo sempre voluto contrapporre
solo ed esclusivamente risultati, frutto
di costante impegno e di proficuo lavoro.
Ma vedere in un articolo della “Provincia
cosentina” , ed oggi sul sito Faronotizie,
denigrati l’entusiasmo, la passione
e l’impegno di tanti mormannesi,
giovani e di ogni età, mi addolora
molto ma non mi meraviglia più
di tanto, provenendo da pseudo tuttologi,
imbeccati da chissà quale grande
ricercatore storico che, stranamente,
non ha mai fornito al pappagallo di turno
(pochissimi in verità) qualche
prova concreta ( e come potrebbe?) delle
insulse affermazioni denigratorie sulla
non autenticità del documento,
su cui ho ideato (deve essere questo che
scatena il ricorrente blaterare) la Rievocazione,
definita “un falso storico”,
ed una “mascherata”.
Il livore trasudante dal contesto, dovuto
forse ad un travaso copioso di bile, toglie
all’ improvvido estensore della
nota ogni possibilità di aggancio
ad una realtà fiorente ed affermata
come Comunalia.
Fino ad oggi, infatti, la mia risposta
a questi improvvisati criticoni è
stata unicamente il racconto di un aneddoto,
trasmesso da Plinio, Valerio Massimo ed
altri, sul pittore greco Apelle, che alle
critiche ad un suo dipinto mosse da un
calzolaio, cui aveva chiesto umilmente
consiglio per i calzari, disse : “sutor,
non ultra crepidam !”, cioè
“calzolaio, non andare oltre la
suola”.
Volendo con ciò ribadire che avrei
accettato volentieri un contraddittorio
con persone competenti di Ricerca storica,
in possesso almeno della mia modesta esperienza
in tal senso.
E non intendo cambiare atteggiamento,
ma solo ricordare “si licet parvis
componere magna” (se è lecito
paragonare alle piccole le grandi cose)
, come scriveva il Poeta latino Virgilio,
che, come per la Rievocazione, dalla commistione
tra “vero” e “verisimile”,
sono nati i capolavori del Manzoni e poi
di tantissimi altri grandi Scrittori,
Sceneggiatori, Registi, ecc., come ben
sanno coloro che hanno avuto la ventura
di studiare critica letteraria o si sono
dilettati di Letteratura, Teatro, Cinema..
Tutto ciò è in linea con
gli scopi della nostra Associazione culturale,
cioè riscoprire e riportare alla
luce documenti, avvenimenti, tradizioni
di Mormanno, per non disperdere un patrimonio
storico-culturale che velocemente rischia
di finire nell’oblio.
Ma in definitiva mi chiedo, (ed insieme
a me tantissimi mormannes): A chi giova
questa incomprensibile reiterata aggressione
? Di quali interessi o gruppi ci si erge
a paladini (sic!)?
A chi o a cosa abbiamo arrecato fastidio?
Alla Chiesa ? Non credo, anzi abbiamo
avuto sempre scambi e collaborazione ed
il Vescovo non ha avuto nulla da ridire
alla Processione dell’Assunta.
Evidentemente soltanto a chi si lamenta,
che fa parte di quella schiera di zelanti
non richiesti difensori , che vogliono
sentirsi più realisti del Re!
Ma ciò che invece soprattutto
mi preme sottolineare è la grande
forza di volontà e l’entusiasmo
di tanti mormannesi intorno a questa Rievocazione
di un preciso fatto storico, la Donazione
del 1101, che sarà poi così
determinante (spero di dimostrarlo quanto
prima) per la storia del nostro Castrum,
che qualcuno inconsciamente, in un lapsus
freudiano, definisce “il nulla”.
Ricordo che nel 2000 Mormanno si trasformò
in una grande sartoria per creare, su
bozzetti di Pina Capalbi, circa 80 costumi,
diventati oggi oltre 100, nonchè
bandiere, drappi, stendardi, ecc., favorendo
esaltanti momenti di socializzazione,
con entusiasmo ed allegria prima impensabili,
che insieme alle “Cantine di Perciavutti”
rappresentano all’occhio di ogni
persona, non visceralmente ed inutilmente
prevenuta, l’orgoglio di questa
Associazione ( in cui tutti lavorano senza
un euro di compenso !), e di (purtroppo
quasi!) tutta Mormanno.
Un grazie di cuore a tutti coloro che
partecipano alle nostre attività
ed a quanti (Politici, Amministratori,
Imprenditori) ne hanno intuito le future
potenzialità ed in questi anni
hanno creduto e credono in “Comunalia”
.
Noi continueremo imperterriti, anche
con l’eco di qualche appena fastidioso
gracidìo, cercando, con l’entusiasmo
dei Quartieri e, ce lo auguriamo, col
sostegno di sempre più numerosi
Operatori economici, di rendere migliori
ed apprezzate le nostre ricerche ed iniziative
storico-culturali ed enogastronomiche
per Mormanno.
Mormanno 2/09/07
Elisabetta Coniglio
Cari amici di FARONOTIZIE,
alcune sere fa dopo avere seguito l’ennesimo
programma televisivo politico, presa dallo
sconforto ho scritto una e.mail al Sig.
Prodi della quale vi invio copia nella
speranza che voi possiate pubblicarla
come lettera aperta.
Sig. Prodi,
mi chiamo Elisabetta,
ho 31 anni e faccio parte della percentuale
di cittadini che ha votato per lei dall'estero,
quei voti insomma che molti hanno detto
essere decisivi per la sua vincita alle
ultime elezioni.
Sono tornata ad abitare in Italia da pochi
mesi dopo 7 anni di lontananza sperando
di trovare un Italia diversa da quella
che avevo lasciato.
Inutile dirvi che la situazione politica
attuale non soddisfa nessuno... le scrivo
oggi perché volevo ricordarle che
tante persone come me hanno votato per
lei anche se la loro ideologia politica
non corrispondeva alla sua nella speranza
che il Sig.Berlusconi smettesse di dirigere
il paese, e nella speranza che lei potesse
dare una svolta a questa Italia dove sembra
non esserci più spazio per crescere
e sognare.
Spero di riuscire a restare a casa mia
questa volta e a non essere obbligata
ancora una volta ad andare in un altro
paese dove sicuramente troverò
una situazione politica e sociale di gran
lunga migliore ma senza il sorriso, l'affetto
dei miei familiari e la forza e la voglia
di vivere che solo la mia terra, le mie
radici possono darmi.
Mi auguro che lei apprezzi la sincerità,
perché le dico con tutto il cuore
che il vostro lavoro dalle elezioni ad
oggi mi ha solo fatto pentire della scelta
di dedicarle il mio voto; nonostante la
mia ultima affermazione continuo a sperare
nei prossini mesi e ad incoraggiarla a
stupirci e a catalizzare tutta la forza
e la speranza che abbiamo riposto in voi....la
prego NON CONSEGNATE IL GOVERNO ALLE DESTRE!
Martin Aiello
Animali e civiltà
Le recenti notizie di aggressioni da
parte di cani a malcapitati individui
ha scosso l’opinione pubblica tanto
che si inizia a guardare con occhi nuovi
gli amici a quattro zampe che iniziano
a parere molto meno fedeli di quanto vorrebbe
la tradizione.
È del 21 dicembre 2006 l’ordinanza
del Ministro Livia Turco che regola
in materia del trattamento di tali animali
e del comportamento che i possessori devono
necessariamente tenere. Vengono inoltre
definite le razze cosiddette “a
rischio di aggressività”
tristemente note anche ai non esperti
perché spesso nominate dai notiziari
o da proprietari troppo orgogliosi.
A chi ama gli animali (ma nei limiti dettati
dalla ragione umana) viene spesso da chiedersi
per quale ragione si voglia possedere
un cane pericoloso per sé e (soprattutto)
per gli altri.
Forse per la difesa della proprietà?
Siamo fortemente convinti che il ladro
più sprovveduto penserà
per prima cosa a munirsi di qualche prodotto
in grado di sedare l’animale prima
di scavalcare il cancello della villa
che ha deciso di svaligiare. E poi, chi
non teme le pistolettate delle forze dell’ordine
e quelle dei proprietari furiosi, sicuramente
non si fermerà davanti ad un cane.
Infine, il fatto che ci sia il rischio
che attacchino membri della stessa famiglia
del proprietario costituisce un’ottima
ragione per desistere dal possederne.
Vale davvero la pena di rischiare una
figlia sfigurata e traumatizzata per sempre
o l’aggressione della propria madre
(si pensi ai recenti casi di cronaca nel
Nord-Est del Paese)?
Forse allora si compra un cane pericoloso
per difesa personale? Dati i tempi non
è un’ idea assurda, ma chi
sarebbe capace di aizzare il proprio cane
contro un’altra persona e magari
aspettare che finisca di sbranarla sebbene
che questa volesse farci del male?
Eccettuata qualche metropoli, poi, dalle
nostre parti non c’è un’
emergenza criminalità tale da dover
essere scortati da due fila di fauci!
Eppure anche nei nostri piccoli comuni
sono presenti dei cani che rientrano nella
“scientifica” descrizione
di “a rischio di aggressività”,
e molti altri che pur non appartenendovi
sembrano davvero poco rassicuranti.
La parte più interessante del
decreto Turco è, tuttavia, quella
relativa alle direttive su come tenere
il proprio cane quale che sia la razza
di appartenenza. Si è, ad esempio,
tenuti a far indossare la museruola ed
il guinzaglio all’animale quando
questo si trova in luoghi chiusi o per
strada, pena una multa costosissima.
Quanto avrebbero da fare le forze dell’ordine
mormannesi se facessero rispettare tale
legge!!!
Nessuno vede che i bambini del nostro
paese corrono per le strade guardati di
sottecchi da cani con una statura che
è almeno il doppio della loro?
Bisogna aspettare che qualcuno venga aggredito
perché si inizi a far indossare
museruola e guinzaglio?
A pensarci bene non è nemmeno una
questione di leggi, ma di civiltà.
È mai possibile che in ogni ambito
dobbiamo essere fanalino di coda del nostro
Paese?
Infine, per dirla proprio tutta, nessuno
si è accorto dei chili di escrementi
“equini”che ricoprono le strade
della nostro bel centro storico? In quanti
sono stati multati per questo? D’accordo
che a Mormanno da qualche anno piace sentirsi
un po’ “medievali”,
ma dobbiamo cominciare proprio dagli odori
dei tempi che furono?!
Chi invoca (ossessivamente) un cambiamento,
e magari nei suoi discorsi prende ad esempio
il Nord Italia o gli altri Paesi europei,
dovrebbe iniziare da queste piccole norme,
rispettandole o, se ne ha il potere, facendole
rispettare.
Domenico Armentano
In merito all’ultimo
francobollo apparso su Faronotizie,
vorrei fare alcune brevi considerazioni.
Il filatelico è tornato a colpire.
Questa volta vestendo i panni non più
del censore che dispensa patenti di moralità
o del filosofo che insegna ad essere liberi
e ad avere la schiena sempre dritta, ma
quelli del clinico medico con specializzazione
in psichiatria che, con disinvoltura,
azzarda diagnosi, ahimè, viziate
dalla paranoia di cui questo signore probabilmente
è affetto. Ricordo a me stesso
e pertanto non voglio impartire lezioni
al filatelico onnisciente, che la personalità
paranoica è caratterizzata, tra
l’altro, da una sopravvalutazione
dell’io, dal fatto di essere giudici
severi ed infallibili nei confronti degli
altri. E allora, dopo aver definito ottusa
quella gioventùche si trastulla
“tra fischi e lazzi” (evidentemente
il nostro in età adolescenziale
amava trastullarsi con Kant, Socrate e
quant’altro), il filatelico mi descrive
come un tribuno solitario e triste che
(e qui l’elucubrazione “sul
ritorno alla casa del padre” è
da manuale di tecniche di onanismo mentale)
approda sul versante opposto e, all’indomani
della vittoria, cade in depressione.
Constato, innanzitutto, che, alla stregua
del più pettegolo frequentatore
di piazza, il filatelico si limita a raccogliere
il gossip e, con estrema superficialità,
giudica e condanna.
Diventa così, forse inconsapevolmente,
l’icona di una confraternita che
in questi ultimi giorni si è andata
ingrossando per le adesioni di nani e
ballerine, di tanti sepolcri imbiancati,
belli fuori, ma luridi dentro, di qualche
maldestro intellettuale che si concede
sortite poco eleganti, di tanti personaggi
che in queste ore danno sfogo alle reazioni
più scomposte.
L’opera di demolizione di uomini
e cose messa in campo prima e durante
la campagna elettorale non e’ riuscita.
Evidentemente anche qualche altro cittadino
di Mormanno ha condiviso e ritenuto credibili
le argomentazioni e motivazioni da me
addotte a sostegno delle scelte effettuate.
Non si preoccupi il filatelico di assicurarmi
alla “misericordiosa cura”
dei vincitori. Vivo questo tempo con tranquillità
e serenità certo di poter continuare
a dare il mio modesto contributo per la
causa di Mormanno.
Rebecca Giacomelli
Un mondo dietro le sbarre
Riceviamo e volentieri pubblichiamo una
lettera di una ragazza quattordicenne
a proposito di carceri...
Lo scorso 17 maggio,io e i miei compagni
di classe, insieme ai professori, abbiamo
visitato il carcere di Castrovillari.
Entrare in un simile luogo è stata
per me un'esperienza indimenticabile e
ricca di emozioni.
Il direttore dell'Istituto Penitenziario
ci ha presentato cinque detenuti, persone
normali e ben vestite, ma capaci di compiere
reati.
Dopo un po' di paura abbiamo avuto il
coraggio di porre ai prigionieri alcune
domande e con molta serenità quest'ultimi
si sono raccontati: chi ha chiesto come
si vivesse in un carcere, chi come me,
ha pensato di formulare domande inerenti
il rapporto con la propria famiglia. Maria,
una delle ospiti del carcere, ha risposto
con enorme tristezza che per lei la famiglia
non esistite; chi lo sa, un tempo forse
sì, ma nel momento in cui ha commesso....la
colpa, è stato il buio completo.
Essere rinchiusi, per pochi o tanti anni
anche se per giuste ragioni, è
veramente drammatico.
C'è chi come Maria non ha nemmeno
la consolazione di un affetto fuori dalle
sbarre ed allora, cosa ne sarà
della vita che le rimane?
Devo però dire, che il personaggio
più affascinante ed allo stesso
tempo inquietante che mi ha particolarmente
colpito, è un detenuto di origine
francese, molto garbato e pieno di speranze.
Un uomo dai grandi occhi azzurri luccicanti
come laghi, dai capelli biondi, alto ed
elegante ha raccontato della sua "ultima"
avventura in modo allegro e senza vergogna
o timore.
Ha parlato con profondità dei
veri significati della vita e della tolleranza
, della pazienza che una persona deve
portare nell'attesa di tornare libera.
La libertà è una cosa importantissima,
essenziale: se la perdi, beh, hai perso
tutto anche il significato di esistere.
Aver avuto la possibilità di conoscere
e parlare con persone diverse da quelle
che incontri tutti i giorni, ti invita
a riflettere e a capire che il mondo non
è solo quello tuo dorato e protetto,
ma che ne esiste anche uno dietro le sbarre.
Domenico Aiello
Egregio Direttore,
mi chiamo Domenico Aiello, nato e cresciuto
a Mormanno o meglio alla "salivera"!
Da anni vivo fuori e nonostante ritorni
in Calabria due/tre volte l'anno mi manca
molto la vita quotidiana di Mormanno.
A tal proposito vi scrivo complimentandomi
per l'iniziativa del giornale online che
mi consente di vedere le "cantine
" o altre iniziative paesane.
Ho scritto però per inviare un
suggerimento che poi è una mia
preferenza.
Stando lontano, i cambiamenti del paese
si rilevano al ritorno, ma nel frattempo
sono successe tantissime cose e quindi
volevo chiederle di inserire notizie più
specifiche possibili, magari di poco conto,
ma di Mormanno.
Penso alle prossime elezioni comunali
di cui ovviamenete si starà parlando
in piazza ma che voi non rilevate, oppure
alle opere decise dal consiglio comunale
che destano sempre commenti positivi e
negativi che mi piacerebbe leggere, l'economia
locale e da ultimo info sulla locale squadra
di calcio.
Credo che per noi che stiamo fuori sia
importante conoscere la quotidianità
del paese piuttosto che quello che pensa
un paesano della legge finanziaria.
Vi ringrazio per l'attenzione e buon lavoro.
Egr. Sig. Aiello, grazie dei suoi
suggerimenti.
Ci sforziamo anche di fare un magazine
internazionale...
Antonio De Luca, Mormanno
Le radici sono importanti
Disincantata. E' così che definirei
la mia generazione. Lontana,e forse è
un bene, da tutto quello che ha mosso
i movimenti del '68, lontana dalla politica
e dagli ideali e, soprattutto, assuefatta
dalla quotidianità.
Stanca di promesse e stanca di credere...
e forse hanno ragione i nostri genitori
a dire che "un tempo era diverso"
il loro modo di vedere le cose. Chissà
se poi è un bene o un male. E poi
non parlateci di futuro… il futuro
è un buco nero per noi… ciò
che è sicuro, è che per
trovare lavoro, la maggior parte di noi
dovrà andare via… che bel
futuro lasciare tutto e tutti e trasferirsi
chissà dove! ! !... e di chi è
la colpa? Di certo non nostra… Chissà
perché non pensiamo al futuro e
a quello che ci aspetta ! ! !... è
meglio non pensarci ! ! !
Saremo anche disincantati e senza ideali,
ma un cuore l’abbiamo…e questo
cuore soffre nel sapere che dobbiamo andare
via, lontano… a parole è
facile… ma poi, quando vai via davvero
ti trovi davanti a realtà molto
diverse da quella in cui sei nato, cresciuto
e hai vissuto i tuoi anni migliori…
e ti viene il cuore in gola solo a pensare
cosa hai lasciato: amici, parenti, magari
anche la ragazza… e poi ci sono
sempre quelle domande a cui nessuno darà
mai risposta… perché non
posso restare? Di chi è la colpa?
Simone Perrone
Mi chiamo Simone Perrone. mio padre è
mormannolo e io amo profondamente il
paese... purtroppo viviamo a Sanremo e
inoltre io studio a Genova, quindi sono
ormai 9 anni che non scendiamo in calabria.
Grazie al vostro sito,
però, posso sentirmi quasi come
"a casa" ogni momento. GRAZIE
DI CUORE!
Continuate così !!
simoneperrone@hotmail.com
Scrivi a:
redazione@faronotizie.it
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