Andrea Carenza
Una donna si ammalò.
Si rivolse all’Ospedale di Milano,
le vennero diagnosticati tumori all’intestino,
ai polmoni, al fegato, ...
Le vennero rimossi da abili
chirurghi e la donna pensò di essere
guarita. Poi venne stabilito che quell’Ospedale
non era competente ad asportare quei tumori
e le vennero reimpiantati, in attesa che
l’ospedale di Perugia, quello sì
competente, ne ritenti la rimozione.
Tra pochi mesi la donna
morirà, di prescrizione. Malasanità?
No, malagiustizia. Ma solo per chi se
lo può permettere.
Andrea Carenza
Vincenzo Sarno
Egregio Diretore,
informato da amici italiani, sul sito
Faronotizie.it, invio congratulazioni
per il nuovo periodico, realizzato con
buona professionalità.
Da lontano possiamo leggere e sentire
la nostra Mormanno.
Mi presento: mi chiamo Vincenzo Sarno,
sono nato nel comune di Mormanno nel'41
ed emigrato con la famiglia nel 1949,
ad 8 anni d'etá, a Salvador-Bahia,
in Brasile.
Sono figlio di: Emilio Sarno e Francesca
Fasano, i miei nonni paterni erano Fedele
Sarno e Teresa Minervini ed i nonni materni
incenzo Fasano e Teresa Oliva
Ho visitato Mormanno con tutta la famiglia
nel 1987. Ho due zii viventi, uno a Mormanno
e un'altro residente a Rossano e molti
cugini.
Cordiali saluti, a presto.
Vincenzo Sarno
Egregio Direttore,
mi congratulo per il suo giornale; questa
e-mail otre alle congratulazioni è
promotrice di un argomento che da qui
a pochi mesi sarà sulla bocca di
tutti i mormannesi: "ELEZIONI
COMUNALI".
Aprendo una discussione,
quale futuro ci può essere per
una cittadina che vede con il passare
degli anni una continua diminuizione di
popolazione?
Caro Direttore il tema è
vasto e spero che a rispondere siano le
persone che avranno intenzione di candidarsi
alle prossime elezioni. La ringrazio vivamente
se questo tema potrà essere argomento
di riflessione e proposte sul sito.
Luigi Paternostro
In risposta al Dr.
Paolo Rumiz - Appennino, il Cuore Segreto
- La Repubblica.
Mormanno, 24 agosto 2006
Egregio dott. Rumiz,
ho letto la cronaca del
suo viaggio in Calabria soffermandomi
sulla sua
visita a Mormanno, da dove
Le rispondo.
La ringrazio per aver suonato l’allarme
circa la viabilità interna del
paese.
Le assicuro che non è il solo ad
aver constatato la situazione che è
un problema antico, serio.
E’ una preoccupazione collettiva.
La tamponano, come possono, i servizi
comunali e l’educazione degli utenti,
non solo indigeni.
Quando questa è assente o il via
vai assume aspetti diarroici, il traffico
si blocca.
Lei è incappato in uno di questi
momenti.
Un tempo le strade seguivano
percorsi che si adattavano alle condizioni
del terreno, alla natura dei luoghi e
nel caso dell’attraversamento dei
paesi, a tutti gli spazi disponibili.
Quelle vie sono rimaste tali anche durante
e dopo la loro statalizzazione.
Ormai siamo al punto in cui non bastano
più le denunce. Ad esse va unita
una progettualità che impegni le
amministrazioni e le comunità a
risolvere prontamente il problema.
Non può immaginare quante discussioni
ha suscitato il Suo articolo!
In verità hanno pure
suscitato un ampio dibattito alcuni Suoi
giudizi che, sia pure nel rispetto e nella
libertà delle Sue idee e valutazioni,
mi sono sembrati veloci, momentanei ed
epidermici.
1. Le montagne non sono
aride. La ricchezza del verde è
la caratteristica più pregevole
oltre che il bene più considerato
e conservato. Ritorni a Mormanno e si
affacci alla Loggetta, vedrà una
valle che le offre uno spettacolo unico;
si affacci sul Pantano, salga sul Poio,
giunga alla Casa Cacciatori, e poi ne
riparleremo.
2. Non so cosa l’abbia
spinto a definire funebri le nostre chiese.
Tale effetto Le fa il serio aspetto del
tardo barocco? Presumo troppo se L’invito
a leggere la storia dell’arte sacra
a Mormanno sul mio Mormanno
un paese…nel mondo ?.
Dia anche uno sguardo a "Mormanno.
La cattedrale di Santa Maria della Colla
o del Colle: fede ed opere di popolo e
clero in sette secoli (1183-1883)"
di Domenico Crea e Francesco Regina (ed.
IL COSCILE, Castrovillari, agosto 2000).
3. La filosofia greca, la
pazienza buddista, il fatalismo islamico
sono la minima percentuale di un impasto
più consistente, duro, roccioso
che ci permette di affrontare la vita,
che ci inserisce in quel villaggio globale
di cui ormai siamo partecipi e parte.
Kantianamente liberi e dialettici abbiamo
superato anche tante filosofie senza mai
impastoiarci in nessuna di esse.
4. Circa poi il fatto che
Trieste è come il Capo Nord, Le
voglio precisare che ben 116 Mormannesi
sono morti nella guerra del 1915-18 per
liberare Trento e Trieste e che fra essi
v’è pure una Medaglia d’oro
che risponde al nome di Gaetano Alberti,
che, benché Sindaco della cittadina,
volle partire per il fronte immolando
la sua vita per il bene della Patria.
A Trieste visse ed insegnò, con
stima ed onori, nella cattedra di filologia
ed eloquenza della reale ed imperiale
accademia di commercio e nautica il nostro
sacerdote professore Lodovico Romano.
Trieste è stata il sogno di tante
generazioni. Oggi lì vivono concittadini
impegnati a far crescere quella città
che li accoglie come esemplari ed attivi
lavoratori.
5. La sua chiacchierata
con qualche indigeno assume un aspetto
estemporaneo e folcloristico. Accanto
alle rare “comari nere” (vedove
e anziane concittadine rispettose della
morte in tempi in cui nemmeno la vita
ha valore) a Mormanno cresce e vive una
gioventù che fa invidia alle più
belle sventole che la televisione ci ammannisce.
Hanno una freschezza, un sorriso, un calore,
un sangue inadatto ad anemici proci.
Vestono anche di nero.
E’ moda!
Ritorni a Mormanno, con
calma: sarà un piacere ed averLa
ospite .
Cordialmente.
Luigi Paternostro.
redazione@faronotizie.it
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